Testimonianza di Adolfo Giorgio su Aurelio Lagorio suo compagno di focolare a Loppiano

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In primo piano Aurelio Lagorio, dietro di lui sulla destra Adolfo Giorgio

In primo piano Aurelio Lagorio, dietro di lui sulla destra Adolfo Giorgio

Ci siamo conosciuti se non vado errato nel 1964. Eravamo tutt’e due ad un incontro di giovani che volevano approfondire la vocazione al Focolare, penso a Villa Maria Assunta negli ultimi mesi dell’anno. Veniva da Genova ma era arrivato da poco da Montevideo e, sapendo che abitavo a Roma (ero già in focolare in un periodo di prova) mi ha chiesto se potevo convalidargli al Ministero degli Esteri gli esami fatti all’Università della sua città: Montevideo.

Ci siamo, poi, ritrovati nel ’65 a Loppiano. Erano i tempi della fondazione e ci sentivamo un po’ pionieri. Abitavamo alla vecchia Villa di Loppiano e, quali proprietari prima di Eletto Folonari, era la famiglia Occhini di Firenze. Ricordo ancora la scrivania appartenuta a Giovanni Papini parente stretto degli Occhini che faceva bella mostra all’entrata della casa. La nostra abitazione era un gran camerone in fondo al corridoio ed eravamo in dieci…compreso Aurelio. Eravamo davvero un’allegra brigata. Le difficoltà erano tante… freddo, poco cibo, un po’… pigiati nella stanza, la nostra eterogeneità… la poca esperienza della vita di focolare. Ricordo un certo Luigi macchinista di locomotive di Vicenza di circa trent’anni che non sapeva quasi niente del Movimento e spesso ci faceva intendere il suo disappunto di trovarsi in un posto a lui estraneo e… un pò misterioso. Dopo due mesi, mi pare, preferì tornare a… guidare le locomotive…

Aurelio era davvero un simpatico compagno di focolare. Sempre allegro e giocherellone. Il suo sorriso disarmante metteva a proprio agio nei momenti di qualche inevitabile contrattempo…Riusciva sempre a sdrammatizzare.

In quei tempi, quando Loppiano stava crescendo, dedicavamo molto tempo al lavoro. Io all’inizio lavoravo con la ditta Bortolaso di Verona alla costruzione delle prime casette prefabbricate. Aurelio era impegnato in un lavoro assai più duro alla costruzione della strada del Terraio. (Come si vede dalla foto)

Aurelio Lagorio alla posa del sottofondo stradale

Aurelio Lagorio alla posa del sottofondo stradale

Andando un po’ fuori tema, vorrei qui ricordare un episodio che mi ha molto marcato…perché fa intendere l’importanza di avere stima, rispetto e amore in maniera disinteressata.

Tutti i giorni veniva un camionista a portarci il materiale per costruire le fondamenta delle casette. Ben in vista sul vetro della cabina una figura di donna volutamente affissa per provocare…Ogni volta che arrivava lo salutavamo come una persona importante…gli offrivamo un tè o un caffè…a volte chiedevamo della sua famiglia…Insomma facevamo di tutto per amarlo e non giudicarlo. Una settimana dopo il nostro gioioso saluto di benvenuto ha incominciato a piangere e, con fare determinato, ha incominciato a strappare la foto di quella donna.  …” Mi sento un verme…sento che voi mi avete ridato la dignità di uomo…Queste foto e tanti altri miei atteggiamenti equivoci sono per riempire il mio vuoto e la mia solitudine…Voi avete ridato senso alla mia vita…non ho più bisogno di esibire queste oscenità…”.

Ma torniamo ad Aurelio.

Dicevo che le giornate erano molto intense e faticose…però mai perdevamo la freschezza e il buon umore. A cena eravamo soliti raccontarci come avevamo trascorso la giornata con le tanti luci e anche qualche ombra…Ma eravamo molto felici. Parafrasando una nota canzone spesso ci allietavamo a cantare:

“…Quando fra noi sei Tu, tutt’intorno si trasforma, anche se inverno c’è

La nebbia si dilegua…il fango pare d’or.

E’ come un Tabor che tutto trasfigura…”

Gesù in mezzo a noi dava veramente senso e nobilitava ogni azione e ogni comportamento. C’era fra noi una carica di ideale che la gente attorno cominciava ad accorgersi e ad esserne naturalmente contagiati.

Con Aurelio, spesso dopo cena, andavamo a fare un giro in mezzo agli uliveti e approfittavamo per recitare il Rosario. In un momento di intimità, mi mise a parte di un suo desiderio segreto che tanto gli stava a cuore. Più o meno mi disse così…” Sai, ho una bella famiglia…ho avuto un’infanzia molto bella…sono cresciuto in un clima sereno che mi ha permesso di conoscere tanti valori. Ho due sorelle alle quali sono molto legato: Mabel e Caterina. La prima è davvero molto brava e la sento molto vicina a me…segue l’Ideale e vorrebbe anche lei impegnarsi sempre di più. Di Caterina, invece, sono un po’ preoccupato. Lavora come dattilografa, ma segue dei corsi di indossatrice, non vorrei che fosse attratta dal mondo della moda…un’ambiente un po’ mondano e temo che possa compromettere la sua personalità e scivolare nella frivolezza…Preghiamo per lei perché la Madonna la custodisca e le dia la luce per camminare sulla strada giusta…”.

Un altro ricordo, molto curioso, fu quando andammo “missionari” ad Anagni. Non era questo il nostro stile, ma eravamo curiosi ed entusiasti. Al nostro arrivo siamo stati accolti piuttosto freddamente…con fischi e…” che siete venuti a fare…che volete?” Ma gli incontri capillari erano molto apprezzati e man mano che passava il tempo ci dimostravano tanta simpatia. Aurelio era entrato nelle grazie di un maestro elementare molto attento ai valori. Tutta la sua famiglia, poi, ha iniziato a far parte del Movimento. Alla fine della “missione” ci ritrovammo in Piazza con gran parte dei cittadini e fu davvero un vero trionfo. “Gesù in mezzo a noi” si era manifestato per davvero…

Personalmente sono rimasto a Loppiano solo 6 mesi. Sono tornato nel focolare di Roma per lavorare come rappresentante dell’Editrice Città Nuova. Pertanto le nostre strade si sono distinte.

Dopo un breve periodo passato a Roma, mi sono trasferito a Milano seguitando a vendere libri…

Il 27 marzo del 1968, quando Aurelio ebbe l’incidente, ero quindi a Milano. Ricordo che tutta la notte insieme a Bruno Venturini a brevi intermittenze eravamo collegati con Maras…finché con voce rotta dall’emozione ci aveva annunciato che Aurelio era morto. Fummo presi da sconforto e molto dolore…in particolare Bruno che sentiva Aurelio quale “figlio” di quella Zona (1).

Non partecipai al funerale. Se non vado errato andò Gigi Fallauto del focolare di Genova. Credo che fu proprio lui a riferirmi della profonda impressione che gli aveva fatto la sorella Caterina che in quei giorni a Loppiano per il funerale, ha avuto una profonda conversione. Qualche mese dopo Caterina ha sentito la “chiamata” al focolare, quasi a voler prendere il posto del fratello. In seguito la comunità che sapeva che era la sorella di Aurelio ha cominciato a chiamarla “Aurelia” e quel nome le è stato confermato da Chiara ed è così che è conosciuta in Belgio dove si trova da parecchi anni nel focolare di Bruxelles.

1) Zona si intendeva all’epoca un territorio, in quel caso Lombardia, Piemonte, Liguria e Emilia-Romagna, affidata a due corresponsabili, tra i quali Bruno Venturini.

 

 

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About Luca Tamburelli

Sposato e padre di fue figli, vivo in Francia, a Annonay, presso Lione. Sono amico di Maras e di moltissimi suoi amici.

Comments

  1. Luk Magnus says

    Bellissima testimonianza di Adolfo Giorgio. Grazie.