Maras – su FOCO (Igino Giordani)

Download PDF Maras
Igino Giordani (Foco)

Igino Giordani (Foco)

11 ottobre 2008

Esperienza di Maras trascritta da una registrazione fatta da lui stesso nel 2008, appena 3 mesi prima di morire.

Oggi mi sono ricordato il momento in cui alcuni anni fa andai a vedere Foco (Giordani) per l’ultima volta, ero a Roma con Chiara e lei mi disse “sai sta molto male, sarebbe bene che tu andassi a salutarlo”.    Io sono andato, l’ho trovato a letto molto sereno ,…….come stai Foco? E lui mi ha detto “io sto’ bene ! i medici sono preoccupati per il mio corpo, per la mia salute, ma io sto’ bene”…….questo …”io”…ripetuto con tale forza, con tale convinzione, che mi ha fatto impressione, io dopo quando sono uscito continuavo a pensare a questo..”io”,…. non ha detto “la mia anima,…”io”,…”io”,…adesso….so bene che l’ “io” non è il corpo, anche se finché  si è su sta terra, quest’ ”io” è anche il corpo, però bisognava distinguere, il corpo che io sono, e il corpo che io ho!

Questo corpo che io ho fra pochi giorni (quello di Foco) è andato sotto terra, è rimasto questo “io”, questo corpo che lui è. E allora ho fatto qualche studio, ho cercato di guardare qualche libro, qualche dichiarazione della congregazione per la fede, per capire meglio questo “io” e ho visto che normalmente si dice l’Anima……l’uomo è fatto di anima e di corpo…al momento della morte l’anima si separa dal corpo, il corpo resta sottoterra o va sottoterra, e l’anima va incontro a Gesù per essere giudicata o positivamente e andare in paradiso o negativamente e andare all’inferno, però è in questo giudizio che secondo la fede è subito dopo la morte, è un giudizio che avviene, deve avvenire sull’uomo, non può avvenire sull’anima separata perché allora non è più l’uomo, mentre l’uomo è tale finché è corporeo, cioè quest’anima è corporea ,…adesso la Congregazione della Fede dice chiaramente che ormai la tradizione parla di Anima, però dice anche che conviene lasciarla perché il popolo è abituato a questo, ma non è linguaggio proprio perché linguaggio proprio deve tener conto di questo “io” che è stato creato da Dio al momento del concepimento, quando un bambino viene concepito nel seno della mamma.

Dio crea questo “io” che essendo di Dio è opera di Dio non muore e uno se lo porta anche dopo la morte e anche in attesa della risurrezione della carne, quindi è una cosa bellissima questa convinzione che Foco ha trasmesso anche a me di questo “io” che sta bene e che quindi è destinato al paradiso perché Foco tutta la vita è stato bene quando ha amato Dio, Gesù, lo Spirito Santo, Maria e li ha fatti amare dagli altri con tutta la sua capacità umana, anche con tutta la sua sofferenza perché non è sempre stato capito però sempre ha cercato di fare amare questo Dio, che adesso l’ “io” di Foco contempla nell’altra vita, ecco ho poi visto che questo “io” entra in comunione con tutti gli altri ”io” che si trovano già arrivati in Paradiso, in comunione una comunione che riassume anche tutto quello che è avvenuto su questa terra, per esempio i parenti con cui c’è stato un rapporto, per esempio un fondatore, nel nostro caso Chiara con cui c’è stato un rapporto molto, molto forte, appunto per questo resta  in Paradiso e continuerà fino alla risurrezione della carne, quando ci sarà una nuova, un nuovo intervento di Dio e quindi questo “io” si ricongiungerà al proprio corpo che non è questo corpo che si dissolve, però è il proprio corpo, è un mistero vero ma comunque è una cosa che è di fede, c’è la resurrezione della carne l’incontro del proprio corpo con questo “io” che sarà la resurrezione della carne un fatto cosmico, un fatto enorme perché solo a pensarci nell’attesa di questo è già paradiso per questo “io” diciamo pure queste anime che sono in paradiso e che contemplano il lavoro di Dio, perché Dio creando questo “io”, e lo crea per ognuno, ha fatto un’opera che non muore e come tutto ciò che è di Dio è oggetto di gioia di felicità di comunione. Ecco per dire come Foco mi ha dato questa esperienza, che lui ormai sta vivendo e che adesso sta vivendo Chiara, sta vivendo mia madre Albertina, ecco nell’attesa di vivere con tutti noi anche se il corpo va sotto terra.