Imita, un giovane francese alla scuola di formazione per i focolarini a Loppiano, nell’avvicinarsi del primo anniversario della partenza per il Cielo di Aurelio, ha voluto ricordarlo con questa lettera.
Mariapoli Aurelia (Loppiano), 22-3-69
Aurelio carissimo,
è già un anno che i miei occhi non ti vedono più, è già un anno che sei partito, eppure non ho sentito che il tempo passava, e sempre ti ho avuto presente.
Ogni attimo mi sei stato vicino: quando infuriava intorno a me il mondo e la vanità, eri qui per ricordarmi quel che più vale; quando la strada era ripida, quando mi tornava in mente il ricordo della facilità, eri qui a mostrarmi la meta; quando c’era la luce, quando mi abbagliava la bellezza del nostro Ideale, eri qui ad aiutarmi, affinché si stampi nel mio cuore l’amore di Dio.
Sei stato più di un fratello, più di un amico; lo sapevo che l’Amore non ha limiti, lo sapevo che la mia patria è il Cielo e che Dio mi vuole tutto; ma ora che ho visto, ormai i miei occhi sanno dove guardare.
Tu sei stato via, cammino breve e perfetto, che dalla terra ci porta in Paradiso, via dove non c’è smarrimento né pentimento, via diritta e splendida.
Mi sei stato luce. Luce che riscalda nella notte, luce che inebria nell’alba ritrovata, luce che distrugge sempre ogni stanchezza. Adesso ti conosco, perché siamo stati separati, perché sei stato innalzato da terra, perché Iddio ti ha posto luce sul moggio. Anche se ci sarà buio, anche se verranno tempeste, sempre ricorderò che tu sei vicino. Non mi dicano che tu hai lasciato la vita: tu l’hai trovata. Completa, eterna, indistruttibile è la mia gioia.
Così la nostra gioia, in unità con te. Ora non ci sono più separazioni fra te e noi: tutti in tutti.
Imita