Premessa*
LETTERE
Maria a Colle, 12 novembre 1957
Carissima D..
realizzo ora il mio desiderio di scriverti e sono proprio tanto contento. Le prime notizie che ti dò sono del mio primo prossimo, la mia anima: va bene in questi giorni, Gesù mi ama tanto.
Molto spesso non ho da darGli che insuccessi, ma Lui accetta anche questi, sa che non desidero che amarLo, farmi continuamente e totalmente Suo e, così, sempre m’illumina la via.
Ci son stati giorni poco belli, problemi da risolvere e solitudine nell’anima, ma è pur vero che lo Spirito Santo l’abbiamo dentro e basta chiamarlo perché tutto sia sempre risolto a gloria Sua. A volte mi sembra di chiedere troppo a Gesù e così mentre Lui mi accontenta, io non sono pronto. Molto spesso incontro anime piagate, che si ribellano e non sanno come donarsi, e mi viene spontaneo, dal cuore, di chiedere a Gesù quelle loro croci e lasciare a loro la luce: Gesù è puntuale, io non sempre. Ma sento che le mie miserie mi fanno sempre più Suo, contribuiscono a legarmi a ‘Lui.
Guardo indietro per soli pochi giorni e vedo tutte le anime che Gesù mi ha messo accanto, alcuni che son venuti da altre parti perché parlassi loro dell’ideale, ed io che mi sento tanto indegno! Ma son Sue le anime, è Lui che viene e allora dò tutto quello che ho nell’anima. Intanto le gioie non mancano.
Qui altre persone hanno conosciuto l’ideale e forse con una di queste andrò presto a Firenze in Focolare, e ne ho un gran bisogno. Sento proprio la necessità di stare un po’ a lungo con qualcuno dei nostri vorrei poter andare a Firenze per qualche giorno, ma intanto questo lo metto nel Cuore di Gesù che, meglio di me, sa ciò che mi abbisogna.
- Maria a Colle, 11 dicembre 1957
Carissimo T.,
è tanto che non ti scrivo e mi dispiace per questo lungo silenzio.
In questi ultimi tempi sono stato molto occupato, in particolare per il lancio del giornale (ho dovuto scrivere più di 50 lettere, perché l’ho mandato a tante persone fuori di Lucca). In questi giorni, poi, mi si è accumulata sul tavolino una vera valanga di lettere che aspettano risposta e sulle prime mi sono un po’ spaventato; ma stamani ho voluto cominciare proprio con lo scrivere a te, per fare una bella unità e avere quella forza per arrivare a tutti.
Come stai, T.? Grazie delle notizie che mi dai sulla vita a Faenza. Anche qui va assai bene …
Abbiamo anche fatto un raduno tra noi per quelli che vogliono conoscere l’ideale o che lo conoscono poco, ed è andata tanto bene. Parlò P. di Pisa, raccontando la sua storia, M., E. ed io, e quando ci lasciammo c’era tanta gioia in tutti per quell’unità che era stata così viva fra noi. Siamo ancora tanto piccolini, ma la nostra fede in Gesù ci mette l’anima costantemente lanciata nell’unità e per questo crediamo tutto possibile e andiamo avanti.
Sai che abbiamo fatto una cassa, di noi che siamo stati in Mariapoli e che abbiamo capito il «superfluo», e così ora, quando c’è una necessità, abbiamo la nostra cassa. Sai, per esempio, E. mi raccontava che un giorno voleva andare a teatro e gli ci volevano più di mille lire, poi capì che poteva farne a meno di andare a teatro, e allora quei soldi erano il suo superfluo di quel giorno.
Ora ti lascio. Auguri belli per il S. Natale: ti auguro che Gesù Bambino sia fra voi. Auguri a tutti!
- S. Maria a Colle, 26 gennaio 1958
Carissima B.,
continuo a camminare in tanto buio e in questa settimana ho passato anche momenti di sconforto. A volte mi viene da chiedermi se è volontà di Dio che io soff ra così, o se devo rilanciarmi in una realtà nuova. Perché, ormai, son settimane che vado avanti così… A volte mi viene dentro la paura di perdere la genuinità dell’ideale, di diventare complicato.
Poi credo di essere anche molto scosso di nervi e tutto mi fa soffrire e mi allarma. Però Gesù vede che non ho altro desiderio che amarLo, e amarLo so che vuol dire: soffrire.
Questa settimana non ho avuto nemmeno il conforto della santa comunione: Don C. stava poco bene e gli altri sono lontani. Oggi è venuto un sacerdote di una parrocchia vicina ed è stata una grande festa. Ho chiesto tante cose a Gesù, ma soprattutto di restare sempre nella Sua Volontà. Poi un altro dolore: non potere venire in Focolare. Sono ancora molto debole per la tonsillite che ho avuto; io sentivo di poter rischiare, ma non lo feci per i miei. Se quello che sto provando può dare un po’ di gloria a Gesù, sono contentissimo di tutto.
Ciao, saluti da tutti…
- M aria a Colle, 29 gennaio 1958
Carissima B.,
ti avevo già scritto due giorni fa, ma rileggendo poi la lettera mi sembrò che non fosse chiara e serena. Ora va molto meglio e sono contento. Ho ben capito che non dovevo stare a guardare la mia anima, ma lanciarmi, come sempre, ad amare tanto e non preoccuparmi del buio e delle altre cose. Ho proprio necessità di buttarmi fuori ed è quello che cerco di fare donandomi più che posso. E così quando mi trovo davanti un prossimo o un lavoro che chiede volontà, non sto a guardare le difficoltà, cerco di rinnegare me stesso e mi lancio nell’amore. Per questo ti dicevo che ora va meglio e sono contento. Ciao.
- Maria a Colle, 14 marzo 1958
Carissimo P.,
sento sempre più la necessità di curarmi per vedere se posso guarire da quei disturbi che mi vengono quando sto a lungo seduto. Allora potrei prendere anche una carrozzina e così si risolverebbero tanti problemi.
Fino a poco tempo fa non avevo mai preso in considerazione la carrozzina per un po’ di orgoglio e rispetto umano … L’ideale si è portato via queste scorie ed ora penso seriamente a procurarmi un mezzo che mi tenga più collegato alle anime che qui a Lucca vogliono vivere l’ideale…
IL TESTAM EN TO
Ecco il testamento che fu trovato dopo la morte di Eolo (1).
«E’ mio desiderio di lasciare:
- il magnetofono, microfono e bobine ai Focolarini,
- la macchina da scrivere a Milvia (2) e lo stesso i libri, che però desidero siano prima vagliati da un sacerdote competente e vengano bruciati tutti quelli che possono nuocere all’anima,
- i francobolli e le cartoline a qualche istituto di bambini orfani,
- il tavolo-leggio ad un ammalato bisognoso».
(1) Confrontando la data in cui il testamento è stato scritto, si vede che coincide con un raduno di Focolarini nel quale si parlò di come mettere in comune il superfluo.
(2) Sua sorella.
*Premessa
Sempre su questo blog potete trovare la storia dei Eolo Giovannelli che abbiamo pubblicato in varie puntate. E’ tratta dal libro “Tre Focolarini” scritto da Igino Giordani nel ’63 per Città Nuova Ed.. Una delle tre figure era proprio Eolo Giovannelli e l’autore si è valso della collaborazione di Maras che aveva avuto modo di avvicinare questo giovane rimasto paralizzato a causa di un incidente, di stargli vicino e fargli conoscere l’ideale di Chiara Lubich. Il suo cammino spirituale è stato impressionante e merita di essere conosciuto. Pensiamo sia utile, oltre la storia, pubblicare anche alcuni suoi scritti che, comunque, facevano parte del libro citato.