Padova 03/05/2020
Ho conosciuto l’ideale di Chiara nel 1970 a 19 anni e subito mi sono inserito nella nascente vita gen della mia zona triveneta. Ero affascinato dalla figura dei focolarini e il mio più grande desiderio era andare qualche sera in focolare a Padova anche solo per respirare quell’aria così speciale che scoprii ben presto essere la presenza stessa di Gesù in mezzo. L’anno dopo ’71 infatti partecipai alla Mariapoli di Merano e da quel momento non mi sono più voltato indietro.
Non ho avuto modo a quel tempo di conoscere Maras personalmente (lui era allora responsabile della scuola dei focolarini a Loppiano) ma lo sentivo nominare a tratti nei discorsi dei focolarini stessi, a Padova o a Trento, che evocavano la sua grande saggezza ideale e cultura umana anche con esempi concreti che mi attiravano.
In particolare mi colpiva lo stile particolare dell’assistente gen di zona che riusciva a trasmettere a noi giovani oltre che i fondamentali del carisma anche una sensibilità tutta mariana verso il “bello” e l’armonioso che sapeva cogliere anche nelle più piccole sfumature che vivevamo… In qualche colloquio più personale io riuscivo a cogliere che questo suo modo d’essere veniva dall’avere avuto un maestro di vita proprio in Maras durante la scuola… Così durante le vacanze fatte insieme con i focolarini venivamo a sapere delle meravigliose gite della scuola di Loppiano fatte nei posti più belli del nostro paese, in bellissimi santuari, in luoghi storici, concerti e financo all’Arena di Verona a vedere l’Aida…Tutto era finalizzato alla scoperta di quel mondo soprannaturale che sempre si può cogliere nella bellezza delle opere d’arte e della musica perché espressioni di Colui che è Bellezza infinita.
Devo dire inoltre che ammiravo in Maras anche la straordinaria “facilità di penna” a servizio di Città Nuova, davvero unica e inconfondibile. Leggevo di un fiato tutti i suoi libri spesso biografie di focolarini e focolarine già arrivati alla meta… Vi coglievo un amore così delicato e profondo che mi lasciava stupito e commosso…
Un giorno, nel 2000 ricordo, quando la salute di Maras a motivo di una seria malattia andava un po’declinando e lui veniva spesso a Verona a curarsi, mi capitò tra le mani un suo libro appena uscito alle stampe: “Coraggio! Indagine su Spartaco Lucarini”. La vita di un focolarino sposato di cui avevo tanto sentito parlare ma che solo leggendo quelle pagine posso dire di avere veramente conosciuto nel suo disegno. Un popo che nella sua Cortona ha lasciato un segno inconfondibile e ancor oggi tanti considerano un “santo” protettore di questa bella città toscana.
Mi è piaciuto talmente che l’ho subito consigliato a mia moglie Stefania; lei pure ne è rimasta affascinata… sicuramente tantissimo dalla straordinaria figura di Spartaco ma anche, disse, da chi aveva scritto un tale libro… Sarei proprio contenta di conoscere una persona così speciale…
Combinazione volle che proprio in quei giorni il nostro caro amico, il dottor Paolo Azzoni di Verona, oncologo e medico di fiducia di Maras, che lo aveva spesso in cura presso il suo reparto all’ospedale di Bussolengo, sentito il desiderio di Stefania, le dette il telefono di Maras dicendole:”perché non lo chiami? lui sarà contento”
Stefania non se lo fece ripetere due volte, fece il numero e, con mio grande stupore, rimase 40 minuti in colloquio con Maras… lui volle sapere tutto di noi, della nostra famiglia, delle nostre tre figlie e si accese la scintilla dell’unità. Alla fine Stefania era strafelice e mi disse: “sei contento se domenica andiamo a Verona, nel focolare maschile, a incontrarlo?
Così avvenne e devo dire che a quel primo bellissimo incontro ne sono poi seguiti altri, tutti momenti luminosissimi. Naturalmente si parlava tanto anche della carissima mamma Albertina, ora serva di Dio, per la cui causa di canonizzazione tante energie lui spendeva con serate, incontri e interviste. Del resto, leggendo il libro di Albertina (per me capolavoro di un figlio verso la propria madre) si poteva poi capire tante cose di questo che definirei “un uomo realizzato”,… un uomo libero che ha saputo mettere a profitto i suoi tanti talenti moltiplicandoli all’infinito e, al tempo stesso, perdendoli, con la più grande umiltà e mitezza nel cuore dell’opera di Maria e della chiesa.
Ricordo che Chiara un giorno, parlando di quanti fedelmente l’hanno seguita e la seguiranno nella via dell’Unità, ebbe a dire che l’Opera di Maria racchiude in sé un “grappolo di carismi” tutti a fare corona al “Che tutti siano Uno” di Gesù. Per me è uno di questi come tantissimi altri che porto in cuore e che spero un giorno ritrovare al traguardo della vita.