Seconda parte
*Premessa
… E quindi voi, anche se siete appena arrivati, anche se vi sentite pieni di difetti e di limiti, Gesù, Dio vi ha chiamati attraverso Maria a riportare Gesù nel mondo, Gesù Maestro, proprio Gesù Maestro.
Mi pare che vi ho detto che l’altra sera quando sono partiti questi Gen che sono andati alla Scuola, sono venuti a salutarmi e mi hanno raccontato le esperienze che hanno fatto qui e dicevo loro: “Beh! Queste esperienze nel mondo non le fa nessuno, voi siete così piccoli, così giovani ed avete già qualche cosa che potete insegnare agli altri”. Perché l’esperienza della pace che hanno fatto tra di loro, all’inizio non era facile: i cinesi con i filippini, i filippini con i brasiliani … dopo hanno fatto pace, ma l’hanno gustata questa pace. Non è che hanno detto: “Facciamo pace, così …”. Come dire: “Andava meglio prima!”. Qualche volta nel mondo si dice: “Andiamo d’accordo, ma …”. No. Hanno gustato com’è bello, com’è gioioso ed anche com’è vero l’altro, i motivi per cui prima l’altro non era simpatico, invece aveva dei motivi veri. Quindi era molto bella questa cosa. E dicevo: “Vedete, tutti parlano della pace; i capi di stato s’incontrano ogni tanto nei congressi per la pace, ma non sanno quello che voi sapete. Quindi voi siete così piccoli, ma siete dei maestri, maestri di loro, di queste persone. Se vi ascoltassero la pace la farebbero perché non solo l’avete fatta, ma sapete dire agli altri come si fa. Voi sapete dire che bisogna amarsi, bisogna perder se stessi, bisogna rinnegare se stessi. Ecco, voi siete dei maestri e gli altri non lo sono anche se hanno tanti anni, i capelli bianchi, hanno dei titoli, ma non concludono niente. Infatti tutte le volte che questi “grandi” si incontrano non riescono mai a concludere niente.
E’ meglio che si incontrino per la pace che per la guerra, ma non si costruisce … poi tante spese, tante cose poi alla fine il risultato è proprio poco. Invece questi ragazzi, questi Gen che vengono qui per un Genfest, può sembrare una festa, invece si trovano qui, in una cittadella che chiede anche il loro contributo per essere costruita e per essere portata avanti e loro così lo danno, un po’ con fatica, un po’ con gioia, un po’ con scoperta della novità. Poi c’era il freddo, poi c’era il cibo diverso, il lavoro che non sapevano fare, però dopo c’era la ricreazione, le canzoni e soprattutto l’amore che sentivano da parte di tutti e così hanno imparato e sono diventati maestri e loro possono sapere come si fa ad amare.
Vi ricordate quando sono venuti qui a salutare uno diceva: “Io ho imparato tante cose da voi”, poi quando è venuto da me mi ha detto: “Io ho imparato ad amare”. Nel mondo nessuno sa cos’è l’amore, pochi sanno cos’è l’amore. Credono che sia un istinto, una passione, un sentimento, oppure una volontà, una cosa strana. L’amore l’hanno imparato qui, quindi possono insegnare agli altri cos’è la pace, possono insegnare agli altri cos’è l’amore, possono insegnare agli altri cos’è la giustizia, tutto, il Vangelo.
Quindi – dicevo – se voi siete venuti qui e avete fatto pochi giorni di scuola, la scuola non è ancora cominciata ufficialmente, ma comincia da quando uno arriva qui e continua ogni giorno, per cui ogni giorno è nuovo, è perché avete avuto questa chiamata, una chiamata rivoluzionaria anche se non sembra. E Maria è proprio quella che nasconde anche queste cose grosse in modo che gli altri non le vedano e le rende piacevoli. Se le persone che vengono qui sentissero Gesù avrebbero paura perché Gesù è segno di contraddizione. Qui invece sentono Maria, non sanno che è Maria, però dicono: “Oh! Che bello! Che simpatico! Che buoni ragazzi, che brave ragazze!”
Quindi è proprio questo amore di Maria che non è come un Gesù visibile, subito un segno di contraddizione, perché Gesù dice: “O è così o è così!” non si possono fare confusioni o compromessi. Invece Maria, senza dire che si possono fare confusioni o compromessi, riesce con un’altra strada, che è tutta tipica di Lei. Ecco, quindi noi siamo nell’Opera di Maria e, in modo diverso dalle focolarine, anche noi acquistiamo questo nuovo metodo, questa nuova capacità d’amare, non siamo più quelli di prima: restiamo uomini, ma non siamo più “maschi”, quel qualcosa che dà fastidio. Ecco … e diventiamo Gesù che è il figlio di Maria. Però Gesù si è espresso chiaramente quando era il suo momento, quando era a vita pubblica, ma per trent’anni è stato nascosto. Quindi vuol dire che anche nella nostra vita c’è tanto nascondimento, tanta vita con Maria. Pensate che trent’anni sono molti per un uomo in Palestina dove tutto è accelerato: a vent’anni gli uomini si sposano, la Madonna aveva quindici anni quando si è sposata. Trent’anni è tanto. Lui ha aspettato trent’anni per uscire a vita pubblica. E lì era il Maestro, era la Verità. Ma per trent’anni gli altri non se ne sono accorti: una volta è uscito nel tempio e poi dopo è ritornato in casa. Dice Chiara: Maria se l’è ripreso in casa, che non parlasse troppo perché si scopriva subito che era Gesù e il diavolo si sarebbe scatenato contro di lui e quindi si sarebbe accelerato tutto, ma non era il momento, perché appena Gesù è uscito fuori l’han subito voluto ammazzare, perché si sono accorti chi era. E quindi noi abbiamo ricevuto questo annunzio, questa chiamata e adesso comincia questo lavoro di penetrazione dell’Ideale che penetra dentro, che ci trasforma ad opera delle persone, ma per farci diventare un altro. E chi diventiamo? Diventiamo Maria che poi dà Gesù al mondo, dà vita a Gesù in mezzo. Ma se non siamo Maria non c’è Gesù in mezzo. Quindi è proprio un grosso cambiamento che bisogna fare, una trasformazione di tutto, perché … perché se il grano di frumento non cade in terra e non muore, marcendo, non trasmette la vita. Qui si tratta di trasmettere una vita diversa, diversa da quella che avevamo prima, non è una vita umana, una vita naturale, una vita fatta di programmi, di progetti, ma di una vita divina che noi non conosciamo, tra l’altro. Quindi ci fidiamo di Dio, stiamo continuamente lì, aperti come Maria all’Annunciazione, a dir di sì quando ci viene dato un annuncio, un sì continuo: Maria l’ha fatto sempre. Noi sappiamo che l’ha fatto una volta, l’ha fatto due volte, alla crocefissione, però l’ha fatto sempre. E noi, continuamente: “SI” e allora Dio si incarna in noi, nasce Gesù in mezzo se noi diciamo SI alla volontà di Dio. Quindi: ti viene annunciato un programma? “SI” e Gesù nasce tra te e quello che ti ha detto di fare quella cosa. Per cui è una continua generazione di Gesù, è un programma veramente affascinante anche se è Gesù nella vita privata e quindi non viene così in luce come il Maestro, il Profeta, il Re (lo volevano fare Re) quindi gli altri non se ne accorgono e non hanno paura, perché di Gesù finché stava in casa con Maria non hanno avuto paura i Farisei, gli Scribi, Erode. Dopo, quando sarà il nostro momento si uscirà a vita pubblica, però, adesso, in questa fase, siamo ancora nella vita privata di Gesù. Quindi abbiamo tanto da imparare da Maria, tutto praticamente e quindi cerchiamo di fare come Lei ha fatto, seguendo la sua strada, che è questa di ricevere continuamente un annuncio e di incarnarlo subito: “Sia fatto di me secondo la Tua parola!”. E il Verbo si fece carne. Ricordate queste cose che si recitano nell’Angelus? L’angelo annunciò, Maria disse: “Sia fatto secondo la tua volontà” … e il Verbo si fece carne, subito.
L’altro giorno sono stato all’università qui a Firenze, ci sono stati diversi scioperi nell’Università di Belle Arti, nell’Accademia dove ci sono tanti artisti che in questi anni hanno tutto rovinato, sporcato con le bombolette, tutte quelle scritte politiche e le statue che ci sono nella scuola d’arte sono state tutte sporcate e mutilate, veramente una cosa terribile. C’è una sola statua che non è stata toccata: è la statua della Madonna. A me ha fatto impressione questa cosa, me l’han fatto notare due focolarini che sono lì da quattro anni e tutte le mattine passano là davanti e si meravigliano, da quattro anni, che quella statua non è stata toccata, non è stata sporcata (è una Madonna in atteggiamento di preghiera). E vuol dire che la Madonna è amata da tutti. Perché? Perché non la capiscono, perché se capissero che è la Madonna che ha dato la vita a quel Gesù che dà tanto fastidio … Invece non ci pensano, perché di fronte all’amore uno si arrende, neanche lo vede. E quindi mi è sembrato un simbolo.
Quindi se noi siamo Maria, come dice qui Chiara, seguendo la sua strada, benefichiamo veramente il mondo perché il mondo si sente amato, non si sente giudicato e si sente attirato. Quello che attira qui le persone è proprio Maria. Voi certamente avete pratica di quello che succede nei convegni, nei congressi, nei raduni, ma qui è tutto diverso; qui le persone vengono, arrivano qui e si mettono buone e si siedono nel Salone.
Io sono qui da quindici anni e non ho mai visto uno che si scatena, che si mette a gridare, cosa che succede fuori, anche nelle Mariapoli. Io ho assistito ad una Mariapoli e ad un certo punto uno si è messo a gridare durante un raduno: l’abbiamo portato via. Qui invece non succede, può darsi che succeda e non cambia niente … ma non è successo.
Qui le persone vengono su a Loppiano e scendono dal pullman scatenate, parlano male, si comportano male tra ragazzi e ragazze … Invece entrano qui, si staccano se prima erano abbracciate, cominciano a parlare a bassa voce, qualcuno magari sta fuori, però la maggioranza sente che c’è un qualcosa e anche quelli che stanno fuori non entrano proprio perché hanno sentito che c’è qualcosa.
Quindi è come un luogo sacro, è un santuario di Maria, la Mariapoli.
Quindi siamo già nella sua strada. Basta che noi continuiamo, ecco. Poi di là ci sarà il premio, il Paradiso, ma già da qui se noi camminiamo nella Sua via non rimaniamo piccoli nello Spirito, con un amore che è solo supplica, implorazione, richiesta, interesse, ma … “conoscendoLa un po’ poterla glorificare”.
Mi ricordo che all’inizio di questa vita mi ha sempre tanto colpito il nascondimento di Maria, il silenzio di Maria, questa Maria che non parla, che … e cercavo di far silenzio anch’io. Ma dopo tanti anni, recitando le litanie mi accorsi che ce n’è una che dice: “Virgo Predicanda”, la Vergine di cui bisogna parlare. Maria non parla, ma noi dobbiamo parlare di Lei. Ma non si parla con le parole, si parla con la vita. Bisogna moltiplicarla Maria, bisogna metterla in luce e per metterla in luce bisogna vivere la Sua vita, altrimenti sono parole che a Maria si adattano male, sono stonate, gli altri non le capirebbero. E bisogna fare come ha fatto Chiara: Chiara parla molto poco in proporzione a quanto vive e anche quello che Lei dice, lo dice proprio perché è volontà di Dio, lo fa con dolore perché il suo ideale sarebbe stare nascosta in contemplazione del suo Dio e del suo Gesù, dell’amore di Dio e di Gesù che Dio le dà di vedere e di far nascere con le anime che le fanno unità. C’è una meditazione di Chiara bellissima, che ricordate che dice che il suo ideale sarebbe proprio questo: amare Dio, amare Gesù che nasce dal suo rapporto con Dio e con il prossimo.
Quindi anche per noi l’essenziale è questo: amare Dio, amare il prossimo, poi dopo facciamo tutto … per darLe gloria e per farLa conoscere appunto.
*PREMESSA: Quella che segue è una trascrizione da un commento di Maras al Vangelo del giorno. Si tratta quindi di una trascrizione di un parlato che espressamente non abbiamo voluto cambiare per rispetto dell’autore ben sapendo che al lettore domanderà un supplemento di attenzione. Maras in queste conversazioni, partiva dalle letture del giorno e le commentava direttamente senza nessun altro supporto se non il Vangelo e l’attenzione di chi ascoltava.
Queste meditazioni sono “UNA MINIERA”!
Piu’ passa il tempo e dopo aver camminato un po’ su questa strada, si capiscono e si apprezzano tantissimo. Grazie a Luca per il lavoro di raccolta e trascrizione.
Proprio cosi’, caro Carlo, e ho l’impressione che Maras mi dia una mano da lassù…