Prima parte
*Premessa
Oggi è una festa di Maria, pensavamo di parlare un po’ di Lei. E’ sempre molto difficile parlare di Maria però leggiamo una meditazione di Chiara e cerchiamo di dire qualcosa in base a questa meditazione o riflessione che facciamo.
Dice Chiara: “Maria non è facilmente capita dagli uomini, anche se è molto amata. Infatti è più facile trovare in un cuore lontano da Dio la devozione verso Maria piuttosto che la devozione verso Gesù”. Un uomo lontano da Dio non pensa Gesù, non ama Gesù mentre Maria sì.
“Maria è amata universalmente – cioè da tutti e dappertutto – e il motivo è questo: che Maria è madre. Le madri, specialmente dai figli piccoli, non sono capite – non è che un bambino capisca la madre – ma sono amate. E spesso succede che un uomo maturo, anche di ottant’anni, muoia pronunciando come ultima parola: ‘Mamma’. La mamma, la madre è più un oggetto di intuizione, si intuisce più col cuore, piuttosto che con la mente, con l’intelligenza, con la testa. Una madre è più poesia che filosofia, perché è reale, profonda, è vicina al cuore degli uomini, la mamma. E così è di Maria, la Madre per eccellenza, la Madre delle madri che tutti gli affetti delle mamme, tutte le bontà delle mamme, tutte le misericordie delle mamme del mondo non riescono a raggiungerla, ad eguagliare questa mamma che è Maria”.
Io spero che molti di voi abbiano avuto una mamma tanto buona, ma se per caso qualcuno non l’ha avuta o non l’ha conosciuta, pensiamo che Chiara parla di una mamma vera, di una mamma così. Tutte queste mamme vere e buone sommate insieme non raggiungono Maria, veramente è grande il suo amore, la sua misericordia, la sua bontà.
Gesù – dice Chiara – è un po’ di fronte a noi, sta di fronte. Gesù è come il modello, come l’uomo; è anche il giudice, Gesù, la Verità e quindi noi sentiamo che le Sue parole non sono come le nostre: sono luminose, sono forti. Quindi Gesù è segno di contraddizione, quindi c’è qualcuno che non le accetta, qualcuno che ha paura. Invece Maria no: Maria è pacifica, è pacificante, come la natura – dice Chiara -. La natura è bella, è pura, è serena, è moderata, temperante. La natura non è mai troppo. Quella natura – dice Chiara – sana, non come la natura che è stata deformata dalle costruzioni delle città o dall’inquinamento; quella natura lontana dal mondo, in montagna, in campagna, al mare, il mare quello bello, quello ancora sano; nel cielo azzurro, quella natura che si vede nel cielo oppure nel cielo di notte quando è stellato, quella natura che fa pensare alla bellezza. Ed è anche forte la natura, è forte, è ordinata, è continua, è piena di speranza: la natura genera la speranza di una nuova primavera, di un nuovo risveglio, anche dopo le alluvioni, dopo i cataclismi, le siccità la natura rispunta sempre, perché nella natura è la vita che sempre riaffiora, cioè ritorna a manifestarsi. E’ sempre benefica, la natura fa sempre bene: fa i frutti della terra che si mangiano, fa i fiori, dà da mangiare agli animali, agli uccelli che poi servono all’uomo; ed è adornata questa natura, da fiori tanto freschi, tanto vaporosi ed è ricca di frutti che poi dà, offre agli uomini.
E quindi se Gesù è la Verità che sta di fronte a noi, Maria è così come la natura, è buona, pacificante e anche semplice ed è troppo vicina a noi per essere capita: una cosa quando è vicina sembra normale che sia lì. E’ più facile invece cantare Maria, cantarla piuttosto che pensarla.
I cuori puri la cantano, gli innamorati, che esprimono così quello che hanno di meglio dentro. Maria porta il divino in terra dolcemente, come un piano inclinato che dall’altezza vertiginosa dei cieli scende giù fino alla piccolezza delle creature, fino all’infinita piccolezza delle creature, come un piano inclinato senza scatti da dover fare. Gesù ci fa fare i salti, Maria no.
E’ la mamma di tutti e di ciascuno e Lei sola sa sorridere al suo figlio, al suo bambino ed anche parlare con lui come parla un bambino, balbettare. Un bambino fa: ma-ma-ma, pa-pa e la mamma fa lo stesso; un uomo non lo farebbe mai, è difficile che un papà fa queste cose con un bambino, aspetta che il bambino sappia parlare, anzi gli insegna a parlare. E quindi il bambino si sente così amato che risponde all’amore della mamma col suo amore, come sa fare il bambino.
Maria è troppo vicina a noi per essere capita. Lei che Dio ha destinato a portare agli uomini tutte le grazie, è lì, vicino ad ognuno di noi e aspetta che qualcuno si accorga di Lei, che accolga queste grazie, che accetti il suo dono. E se qualcuno, fortunatamente per lui, La capisce e capisce questo dono, capisce che sta lì pronta a dargli una grazia, Lei lo porta dentro nel suo regno, regno di pace, d’amore, dove Gesù è Re e lo S.S. è respiro, è l’aria di questo cielo, del regno dei Cieli che è Maria. Maria è infatti la sposa dello S.S. Lo porta dentro: è tipico della madre portare dentro.
Di là, quando noi saremo di là, quando saremo andati nell’altra vita, quella più vera, quando saremo stati purificati dalle nostre scorie, dalle nostre cose che non vanno, i residui di tutto un uomo vecchio che c’è ancora, di tanti peccati che hanno lasciato radici, purificati da queste cose e illuminate da qualcosa che adesso è oscuro (noi non capiamo tante cose), di là noi contempleremo Maria e la godremo come un Paradiso unico, Paradiso a parte, Paradiso aggiunto. Intanto siamo di qui in attesa di arrivare là, cerchiamo di meritare che Lei ci chiami a seguire la sua via, la via di Maria.
Noi sappiamo benissimo cos’è la Via di Maria, la stiamo vivendo: è la via che ha seguito Chiara, è la via che seguiamo noi, è la via dell’Opera: tutti questi passi da fare come Maria li ha fatti sulla terra per arrivare anche noi come Maria in Cielo e possibilmente con tante persone dietro, così come Maria se ne è portate. Quindi cerchiamo di meritare che ci chiami per la sua via. E’ una grazia fare parte dell’Opera di Maria, è una grazia avere una vocazione totalitaria nell’Opera di Maria. E così, se Lei ci chiama non resteremo piccoli, piccoli nello spirito. Ci sono tante persone che non si sviluppano spiritualmente, sono buone, non fanno peccati, ma non crescono. Noi non resteremo, se seguiamo Maria, solo a domandare: un amore che sempre domanda, si va in chiesa per domandare, si va a fare la novena per domandare, una domanda interessata. Cerchiamo di poterla conoscere sempre di più, di poterle dare gloria, cerchiamo di meritare che ci porti nella sua via quaggiù in modo che, conoscendola di più, possiamo darle gloria. DarLe gloria vuol dire metterla in luce, lodarla in un modo che gli altri capiscano: quindi è una cosa impegnativa, bisogna essere qualcuno per darLe gloria, altrimenti … e un ubriacone dice: “Che bella Maria!” ha lo stesso valore di un santo che dice: “Che bella Maria!”.
Chiara certamente con la sua vita può dire: “Io glorifico Maria”. Noi, se seguiamo la via di Maria, speriamo di poterlo un poco dire.
E la via di Maria, Chiara ce l’ha indicata: tutti voi che siete qui, un qualche annuncio l’avete avuto. Come l’Annunciazione è stata per Maria la chiamata che Lei ha avuto. Quindi se siete qui, Qualcuno vi ha detto: “Vieni!”. Qualcuno vi ha spinto a venire, perché vi è stato annunciato un piano, un programma, come a Maria è stato detto: “Vieni che Dio, l’Altissimo, vuole scendere in te e far nascere in te Suo figlio”. Una cosa grande per Maria, ma è una cosa grande anche per noi, perché il piano di Dio su di noi è grandissimo: Dio vuole che ognuno di noi diventi capace di generare Gesù, di mettere Gesù in mezzo. Cosa vuol dire? Dare la vita a Gesù in mezzo a noi. Quindi quel Gesù che non c’è tra due o tre noi dobbiamo farlo nascere e ci ha dato tutto un sistema per fare questo: amare per primi, senza aspettarsi niente; amare ciò che è difficile; andare al di là di ciò che sembra: “Ma come? Devo fare unità con quello lì?”. Andare al di là delle apparenze, al di là di tutto ciò che si vede, che si sente. E poi dopo la cosa deve essere reciproca, quindi libera, la scelta deve essere libera, non è che io posso dire ad un altro: “Tu mi devi amare!”. Io devo amare, però se lui risponde liberamente c’è tra noi Gesù in mezzo. Non sempre c’è Gesù, perché è anche una grazia, è una grazia dello S.S. Proprio oggi pensavo a don Foresi che in una delle ultime meditazioni, il giorno di Pentecoste, ha detto: “L’unità non è frutto della nostra volontà, non è frutto della nostra obbedienza, non è frutto del nostro amore: è un dono dello S.S.”. Ci vuole la volontà, l’amore reciproco, l’obbedienza alla legge di Dio, ai comandamenti, ai superiori, tutto, ma non basta. Se non c’è lo S.S. non c’è unità, non c’è Gesù in mezzo. Infatti Gesù in mezzo è nato dallo S.S. in Maria. Quindi tutti noi siamo stati chiamati a fare questa cosa che è molto grossa, che è il cambiamento del mondo perché se portiamo Gesù nel mondo, Gesù cambia il mondo come lo ha cambiato allora. E quindi voi, anche se siete appena arrivati, anche se vi sentite pieni di difetti e di limiti, Gesù, Dio vi ha chiamati attraverso Maria a riportare Gesù nel mondo, Gesù Maestro, proprio Gesù Maestro. (Segue nella seconda parte)
*PREMESSA: Quella che segue è una trascrizione da un commento di Maras al Vangelo del giorno. Si tratta quindi di una trascrizione di un parlato che espressamente non abbiamo voluto cambiare per rispetto dell’autore ben sapendo che al lettore domanderà un supplemento di attenzione. Maras in queste conversazioni, partiva dalle letture del giorno e le commentava direttamente senza nessun altro supporto se non il Vangelo e l’attenzione di chi ascoltava.
Grazie Luca. Che bello questo commento. A quand la deuxième partie ?
Grazie carissimo, è per domani 31.