Lettere di Aurelio Lagorio ad alcuni amici

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Aurelio Lagorio

Aurelio Lagorio

Primi mesi del 1965

Carissimo Turnea, (1)

…In questi ultimi giorni ho sentito come l’unità fra di noi aumentava ancora tanto e questo era dovuto all’aver saputo fare tutti quei piccoli passetti, piccoli atti di amore in famiglia, sul lavoro, fra di noi, dall’aver anche saputo vedere la volontà di Dio tanto più chiara in piccole cose e nell’averle fatte fino in fondo, perché ci chiedeva la nostra santificazione nella Sua volontà nell’attimo presente. E così mi sembra che un po’ tutti siamo stati capaci di vivere sempre meglio l’attimo presente nella Sua volontà.

In questi giorni mi sta tornando nell’anima una cosa tanto bella e vorrei donartela.

Ieri ed oggi siccome c’è esposto il Santissimo nelle Chiese ho fatto un’oretta di medita-zione e adorazione nella mia parrocchia, ho detto anche il rosario facendo meditazione ad ogni mistero. E’ stata per me una cosa meravigliosa, sentivo la mia anima in Dio, che la mia unità con Lui era abbastanza profonda.

Dietro l’altare c’era una statua della Madonna con le braccia aperte che guardava il Santissimo quasi abbracciandolo e offrendolo. Già in questi giorni avevamo fatto meditazione sul Monfort che parlava della Madonna come mediatrice.

In quel momento sentivo fortissimo nell’anima come la Madonna era veramente fra noi tutto per ognuno di noi, la nostra Mamma, e che solo attraverso di Lei potevamo arrivare a Gesù e perciò a Dio, E lo esperimentavo in questo momento, Sentivo che la mia unità con Dio era più forte e che questa era una grazia della Madonna perché in quel momento pregavo Lei.

E Dio mi faceva sentire tanto più ferma e chiara la mia vocazione e sentivo che dovevo dirle di nuovo un “SI” completo totale, un sì nella Sua volontà.

Aurelio

(1) Turnea Giorgio Martelli, del focolare di Milano, allora delegato del Movimento dei Focolari per l’Italia del Nord-Ovest

Carissimo Turnea,

come stai? io molto bene. Ti scrivo per aggiornarti un pò dei giorni che abbiamo passato in unità con i Focolarini di Genova dopo la giornata in focolare,

«Per me, come per tutti gli altri, – è stato un risvegliarsi della nostra vocazione. A me è successo come di riscoprire l’Ideale, di capire un pò cosa era l’Ideale, specialmente di risentire che la nostra vocazione è Gesù in mezzo. E così in questi ultimi giorni vedevo che la mia vocazione nell’Opera era quella di Focolarino in focolare. (consacrato?)

Già dai primi tempi quando conobbi l’Ideale il Focolare mi aveva sempre affascinato. Al principio non capivo il perché, ma dopo ho capito che era la presenza di Gesù che faceva diventare tutto bello, come se tutto fosse un inno di lode a Dio e così il focolare di Buenos Aires, come quello di Milano e quello che ci sarà ad Hong Kong saranno così: la presenza di Gesù li renderà belli sempre.

Aurelio

LETTERE AD ALCUNI AMICI DI MONTEVIDEO

Genova, 30,10,1965

Carissimo S.

come stai? Che bello che mi inviasti qualche notizia tua! quando ho conosciuto la tua calligrafia ho sentito una immensa gioia nell’anima pensando a te, Vedere la partecipazione delle tue nozze, non so se sono rimasto stupito. Non lo so perché non me lo aspettavo, né mi immaginavo.

Sai, S.? non so cosa dirti, soltanto: Ama con tutta la tua anima, con tutte le tue forze, con tutta la tua mente, Dio, che sia per te l’unico tutto della tua vita {come voglio sia per me) che ogni cosa possa farla per Lui e per la Sua Gloria, tutto il resto non conta, e penso S,, che una famiglia con questo ideale è il più grande e bel regalo per Gesù. Ma sono sicuro che è una realtà che si costruisce attimo per attimo con l’amore alla Croce.

Grazie S.; delle tue notizie, ho anch’io una notizia tanto bella, un passo nella mia vita molto importante e che coincide con uno di uguale importanza, penso, con il tuo. Fra pochi giorni vado a Loppiano, alla Scuola Internazionale del Movimento dei Focolari, lasciando tutto per trovare il Tutto, Dio, per consacrarmi a Lui per tutta la mia vita.

I1 tuo è uno sposalizio, anche il mio, perché è uno sposalizio con Gesù Abbandonato, che bello! non è vero, che insieme abbiamo fatto un passo tanto importante? E penso, sento veramente forte nell’anima che il tuo sposalizio ha da essere come il mio, come il mio il tuo, per essere così veramente uniti in Gesù,

Unitissimo a te in Gesù e Maria la nostra Mamma,

Aurelio

Tantissimi auguri per la tua sposa, e per la tua mamma un abbraccio, dille che la sento come mia, e che prego per lei. Ciao carissimo, se puoi scrivimi.

 

Aurelio Lagorio, il 2° da sinistra nel suo focolare a Loppiano

Aurelio Lagorio, il 2° da sinistra nel suo focolare a Loppiano

Carissimo A.,

approfitto di un momento libero per scriverti due righe e farti gli auguri più belli per questo Natale e per il nuovo anno che sta per incominciare. A te e a tutta la

tua famiglia.

Attualmente sono a Loppiano dove faccio un corso di scienze sociali e teologiche, per due anni. Qua comincia a nascere una piccola città. Noi, tutti gli studenti che veniamo da tutte le parti del mondo (attualmente siamo di 18 nazionalità) cerchiamo di costruire questa città amandoci gli uni gli altri, come ha detto Gesù, conoscendoci e penetrando ogni popolo l’anima dell’altro popolo e unendoci in una catena d’amore in ciò che ognuno ha di positivo e lasciando dietro le spalle tutto il resto.

Per questo noi qua vediamo soltanto un solo popolo, il popolo di Dio. Ed è veramente un miracolo perché tutte 153 barriere che si sono costruite per anni, per secoli, cadono come se non fossero niente. Perché l’unica cosa che abbiamo nell’anima è Dio, e solo Lui dà un senso a ogni rapporto col fratello.

Carissimo A,, non so se son riuscito a spiegarti un poco. Scusami un’altra volta; i miei migliori auguri per te e la tua famiglia in questo anno nuovo.

Sempre il tuo miglior amico, Aurelio

29.9.1966

Carissimo A.,

adesso leggo la tua lettera e mi rendo conto che son passati tanti mesi; veramente mi sembra strano … ti chiedo di perdonare questo mio ritardo ma per me questi mesi sono passati come una “bomba”, e con una velocità impressionante, perché li ho trascorsi come se fossi in Paradiso.

Nella tua lettera dicevi che io ho cominciato a dedicarmi alla religione … Questa cosa non mi è andata tanto bene, nel senso che la religione non è una cosa come può esserlo un bus o una casa, Non è che io ho cominciato a dedicarmi alla religione, ma accadde che ho capito che Dio mi ama infinitamente e, quindi, che io dovevo ricambiare quest’amore … e che solo potevo farlo se amavo. Ma siccome non si può amare Dio che non si vede se non amiamo il prossimo che vediamo, allora mi sono buttato ad amare con tutta l’anima, in ogni momento, pronto a dar la mia vita per ogni prossimo. E come io ho capito questa cosa perché c’erano altri giovani che la vivevano, sono venuto qui a Loppiano, in quest’Istituto, per approfondire questa vita evangelica che non è altro che il cristianesimo vissuto attimo per attimo nel seno della Chiesa Cattolica,

Vorrei dirti ancora tante cose ma qui solo ti ho dato una vaga idea di ciò che facciamo, Nella prossima cercherò di spiegarmi meglio,

Sempre tuo, nella amicizia vera, Aurelio

DA UNA INTERVISTA DI AURELIO ALLA RADIO AUSTRIACA

Qui il nostro lavoro è organizzato in piccoli gruppi di quattro persone ciascuno. In questi gruppi cerchiamo di avere il più possibile tra di noi l’amore scambievole così che ogni pezzo di straccio che noi lavoriamo e mettiamo nella sua cassetta è proprio un atto d’amore, noi cerchiamo che sia proprio tutta la giornata, le quattro ore di lavoro, un atto d’amore continuo, per esempio questi gruppi di quattro lavorano tutti su una stessa balla e prima di cominciare il lavoro, ogni giorno ci mettiamo insieme e ci dichiariamo l’amore scambievole, così si esprime anche nel lavoro pratico. Soprattutto noi vediamo insieme come lavorare ogni volta e ogni giorno il tipo di balla e così ci spostiamo di posto e di tipo di lavorazione in modo da non rimanere fermi a quel… ad uno schema, così ogni movimento ed ogni cambiamento per noi è un’espressione della nostra vita cioè del nostro dare la vita.

Abbiamo visto giorno per giorno che, tanto in quanto ci vogliamo bene, il lavoro va avanti ed anche si produce quello che c’è bisogno, sempre in proporzione al rapporto d’amore che c’è, per esempio vuotiamo a gruppi le nostre cassette quando sono piene e praticamente noi si fa una gara per aiutarci per svuotarle ed anche ad esempio nei periodi nei quali c’è tanta polvere, questa difficoltà la abbracciamo ed è una pedana di lancio soprattutto per creare fra noi quel clima che è Gesù in mezzo a noi.

E così alla fine della giornata anche se magari siamo stanchi rimane in noi soltanto quanto ci siamo amati e non magari la quantità di chili.

Grazie, Ciao!

 

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About Luca Tamburelli

Sposato e padre di fue figli, vivo in Francia, a Annonay, presso Lione. Sono amico di Maras e di moltissimi suoi amici.

Comments

  1. Bellissime lettere. Non le conoscevo. Si nota un Aurelio vero popo e…..santo!