Maras aveva inciso alcune esperienze e riflessioni (prima parte)
mentre si trovava in Sicilia nel settembre 2008
Premessa
I testi che riproponiamo qui di seguito, sono già presenti in questo blog, distinti sotto varie voci: scritti, storia, esperienze. L’intento ora è di metterli nel loro giusto contesto, in quanto non sono scritti, bensì delle trascrizioni di esperienze, riflessioni e pensieri di vari periodi della vita di Maras che egli stesso ha inciso col suo piccolo magnetofono. E soprattutto perché è stato un atto d’amore che Maras ha fatto per rispondere all’insistenza di un amico che gli aveva suggerito di farlo. Questo è avvenuto nel settembre del 2008 mentre si trovava in Sicilia ed era ammalato già da alcuni anni. Quindi l’incisione è di pochi mesi prima che lasciasse questa terra, che come ricorderete, è avvenuta il 31 dicembre 2008. Si tratta quindi di una trascrizione di un parlato, non di scritti, che volutamente abbiamo lasciato tale e quale. Come pure l’ordine progressivo nella registrazione.
Per facilitare la lettura abbiamo suddiviso tutti questi testi in tre puntate.
PRIMA PARTE
11 ottobre 2008
Ieri guardando alla televisione un cartone animato, ho capito perché noi non possiamo vedere Dio, l’ho capito perché lì tutti gli animaletti, tutto quello che appariva, aveva sempre un riferimento all’uomo, cioè la cosa che l’uomo capiva, simpatico o antipatico, quell’animaletto lì era qualcuno per chi guardava, ecco…(Dio invece è aldilà di ogni comprensione, difatti per rendersi comprensibile c’è voluto Gesù, Gesù che è uomo ma il Padre resta sempre incomprensibile, tanto è vero che S. Teresa d’Avila che tutta la vita aveva predicato Dio, il Padre… che aveva amato servito adorato anche… prima di morire diceva: finalmente “ti vedrò”! Ecco perché appunto non l’avrebbe… noi non lo capiamo è talmente aldilà dei riferimenti… che noi facciamo perché, infatti… questo sempre dei riferimenti a noi)… questo animaletto qui che guardavo in televisione aveva dei comportamenti umani, simpatici, preferiamo, infatti, un cagnolino, un Bambi, ecco… sono cose che servono per il rapporto con la nostra umanità, e veramente l’uomo è come al centro fatto dal riferimento a sé, sempre… ma quando si scatta sulla dimensione spirituale, non vale più questo riferimento, perché appunto Dio è talmente aldilà delle categorie nostre, che noi non possiamo capirlo.
Noi sappiamo che Dio è bellezza per esempio però se noi vedessimo una cosa che noi capiamo assolutamente, noi non possiamo goderlo, il catechismo di Pio X diceva: in questa vita, serviamo, amiamo Dio e lo godremo nell’altra, e per goderlo ci vuole una Grazia che si chiama “lumen gloria”… il lume della gloria che viene dato quando uno muore per poter vedere Dio, ecco quindi su questa terra dovremo accontentarci di servirlo, adorarlo, amarlo, ma non possiamo pretendere di vederlo, perché vederlo vorrebbe dire capirlo in qualche modo! E vorrebbe dire anche vedere, invece noi dobbiamo accontentarci di Gesù che è apparso in forma d’uomo, ecco… però anche questo Gesù adesso dice S. Giovanni… non lo conosciamo più come lo abbiamo conosciuto, noi che pur lo abbiamo toccato con le nostre mani perché adesso è risorto, è passato ad un’altra dimensione, però basta a noi ricordarlo com’era, ma non ci si può anche adesso fermare a lui perché adesso Gesù è risorto, quindi fermarci a Gesù storico… se uno dicesse: ma io conoscevo Gesù ecco mi basta… no! Perché è un’altra cosa Gesù adesso… Gesù è risorto, e ha la dimensione del Risorto, ecco mi sembrava bello aver capito finalmente perché non si può vedere il Padre, anche se Filippo lo aveva chiesto: “Facci vedere il Padre”. Gesù aveva detto: “Non capisci che il Padre è in me, e io sono nel Padre”. Cioè adesso non lo puoi capire, non lo puoi vedere il Padre… che tu vorresti vederlo… perché è impercettibile alle nostre categorie umane, e quindi dobbiamo accontentarci di amarlo, servirlo, adorarlo…
Su FOCO – Igino Giordani
Oggi mi sono ricordato il momento in cui alcuni anni fa andai a vedere Foco (Giordani) per l’ultima volta, ero a Roma con Chiara e lei mi disse “sai sta molto male, sarebbe bene che tu andassi a salutarlo”. Io sono andato, l’ho trovato a letto molto sereno… come stai Foco? E lui mi ha detto “io sto bene!” i medici sono preoccupati per il mio corpo, per la mia salute, ma io sto bene”… questo… ”io”… ripetuto con tale forza, con tale convinzione, che mi ha fatto impressione, io dopo quando sono uscito continuavo a pensare a questo… ”io”, non ha detto “la mia anima…, ”io”… ”io”… adesso… so bene che l’“io” non è il corpo, anche se finché si è su questa terra, questo ”io” è anche il corpo, però bisognava distinguere, il corpo che io sono, e il corpo che io ho! Questo corpo che io ho fra pochi giorni (quello di Foco) è andato sotto terra, è rimasto questo “io”, questo corpo che lui è. E allora ho fatto qualche studio, ho cercato di guardare qualche libro, qualche dichiarazione della congregazione per la fede, per capire meglio questo “io” e ho visto che normalmente si dice l’Anima… l’uomo è fatto di anima e di corpo… al momento della morte l’anima si separa dal corpo, il corpo resta sottoterra o va sottoterra, e l’anima va incontro a Gesù per essere giudicata o positivamente e andare in paradiso o negativamente e andare all’inferno, però è in questo giudizio che secondo la fede è subito dopo la morte, è un giudizio che avviene, deve avvenire sull’uomo, non può avvenire sull’anima separata perché allora non è più l’uomo, mentre l’uomo è tale finché è corporeo, cioè quest’anima è corporea… adesso la Congregazione della Fede dice chiaramente che ormai la tradizione parla di Anima, però dice anche che conviene lasciarla perché il popolo è abituato a questo, ma non è linguaggio proprio perché linguaggio proprio deve tener conto di questo “io” che è stato creato da Dio al momento del concepimento, quando un bambino viene concepito nel seno della mamma.
Dio crea questo “io” che essendo di Dio è opera di Dio non muore e uno se lo porta anche dopo la morte e anche in attesa della risurrezione della carne, quindi è una cosa bellissima questa convinzione che Foco ha trasmesso anche a me di questo “io” che sta bene e che quindi è destinato al paradiso perché Foco tutta la vita è stato bene quando ha amato Dio, Gesù, lo Spirito Santo, Maria e li ha fatti amare dagli altri con tutta la sua capacità umana, anche con tutta la sua sofferenza perché non è sempre stato capito però sempre ha cercato di fare amare questo Dio, che adesso l’“io” di Foco contempla nell’altra vita ecco ho poi visto che questo “io” entra in comunione con tutti gli altri ”io” che si trovano già arrivati in Paradiso, in comunione una comunione che riassume anche tutto quello che è avvenuto su questa terra, per esempio i parenti con cui c’è stato un rapporto, per esempio un fondatore, nel nostro caso Chiara con cui c’è stato un rapporto molto, molto forte, appunto per questo resta in Paradiso e continuerà fino alla risurrezione della carne, quando ci sarà una nuova, un nuovo intervento di Dio e quindi questo “io” si ricongiungerà al proprio corpo che non è questo corpo che si dissolve, però è il proprio corpo, è un mistero vero ma comunque è una cosa che è di fede, c’è la resurrezione della carne l’incontro del proprio corpo con questo “io” che sarà la resurrezione della carne un fatto cosmico, un fatto enorme perché solo a pensarci nell’attesa di questo è già paradiso per questo “io” diciamo pure queste anime che sono in paradiso e che contemplano il lavoro di Dio, perché Dio creando questo “io”, e lo crea per ognuno, ha fatto un’opera che non muore e come tutto ciò che è di Dio è oggetto di gioia di felicità di comunione ecco per dire come Foco mi ha dato questa esperienza, che lui ormai sta vivendo e che adesso sta vivendo Chiara, sta vivendo mia madre Albertina, ecco nell’attesa di vivere con tutti noi anche se il corpo va sotto terra.
Su…EOLO Giovannelli
Alcuni giorni fa è stato il cinquantesimo anniversario della morte di Eolo Giovannelli, un giovane, vittima di un incidente a 14 anni, perché era costretto all’immobilità a letto. Un giovane pieno di talenti, umanamente, ma che era ridotto a letto, solo e anche ce l’aveva un po’ con tutti perché… i sacerdoti non venivano abbastanza spesso, gli amici lo avevano tutti abbandonato dopo l’incidente, le ragazze non c’erano, non gli scrivevano, lui scriveva lettere a tutti ma non aveva risposte e allora la sua presenza mi è stata segnalata dicendo se potevo andare a trovare questo ragazzo e fargli un po’ compagnia, io andai e trovai appunto questa persona che aveva uno sguardo triste e che si sentiva sola e che ha cominciato a criticare tutto e tutti… talmente che io non potevo dire una parola e alla fine dopo un po’ era bene andare e gli dissi: guarda tornerò a trovarti… e sono andato…
Dopo tre giorni sono tornato e lui mi ha detto… non mi aspettavo che venissi, dal modo come ti ho trattato pensavo che tu non saresti più venuto, e allora io gli ho detto una frase che sentivo mi affiorava dall’interno: dall’intimo: “ma sai io credo più a te che a ciò che tu dici“. Ecco questa frase è stata proprio il punto che ha cambiato la situazione. Lui mi ha guardato stupito, poi mi ha sorriso e poi mi ha detto: “Ma allora tornerai ancora, posso contare sulla tua amicizia” e siamo diventati amici, ma non solo amici, lui ha condiviso con me il mio ideale… la mia… l’Opera della quale faccio parte… ecco… fino alla morte siamo stati in contatto e ha dato una testimonianza di gioia perché oramai aveva trovato che lui non era più solo, perché appunto io gli avevo detto che lui vale più di tutto quello che lui diceva.
Sulla Verità
Sempre più si va diffondendo il concetto che la verità è un fatto soggettivo e si trovano delle persone diverse che sullo stesso fatto hanno versioni diverse, e quindi la verità praticamente è quello che uno pensa – però c’è stato un uomo che ha detto: ”io sono la Verità”, e questo un cristiano non deve mai dimenticarlo, Gesù l’ha detto; “ io sono la Verità” quindi bisogna guardare a Lui, naturalmente anche Pilato aveva chiesto; ”che cos’è la verità?” e Gesù non aveva risposto… l’aveva già detto prima, “io sono la Verità,… la Via, la Verità, la Vita… non ha risposto probabilmente perché Pilato non era nella disposizione di accoglierla questa Verità , perché mi sono accorto anche nella mia esperienza, nell’esperienza di tanti… che per star di fronte a Gesù bisogna avere molta umiltà, bisogna avere molto amore e disponibilità
E ancora essere pronti a tutto, se no, se non si guarda a Gesù, tutto il resto veramente non è verità, è il 2+2 fa 4 ma quello non è la verità ecco… l’ora legale fa capire che da un giorno all’altro cambia quello che è le 7 il giorno dopo è le 8… ecco io tante volte ho chiesto anche a tutte le persone che ho incontrato nella vita; ”cosa è la verità?”, però le risposte erano queste… al massimo si diceva è la coincidenza fra un fatto e la sua formulazione, a Roma piove va bene… a Roma piove!… anche se poi proprio l’altro giorno è venuta una signora da Roma e ha detto:” a Roma piove? Veramente no! Nel mio quartiere non pioveva quindi a Roma non piove! Ecco allora o ci si accontenta di queste verità 2+2=4… l’ora legale è quella che gli uomini decidono… oppure si guarda alla Verità che è incarnata che ha detto con tanta forza “io sono la Verità”, ma ripeto allora bisogna mettersi nell’atteggiamento giusto: atteggiamento di essere pronti, di rischiare anche a che la risposta implichi un cambiamento di vita per noi, per esempio… al di fuori di questo si continuerà ad avere ognuno la sua verità e quindi praticamente a vivere in un mondo in cui non ci sono gli assoluti, non c’è l’Assoluto! Ecco la Verità è un assoluto! Tutti i pensatori dicono che la verità è una, però per scoprirla ci vuole questo atteggiamento che dicevo prima.
Sulla Misericordia
Ho saputo che una suora di clausura che aveva tanta intimità con Gesù…gli ha chiesto un giorno: ma come fai Tu a sopportare tutti noi che siamo così cattivi, in un mondo così, Tu che sei giustizia infinita?
E Gesù ha risposto:” ma io so’ quanto siete deboli e quindi per me la Giustizia è Misericordia, appunto perché vi conosco”, questa frase mi è sembrata molto bella.
Su Conchita Simona
In questi giorni è morta Conchita detta Simona una focolarina molto attiva, molto brava, molto capace….che ha diffuso il Movimento dove già c’era e dove ancora non c’era… nel Cile per esempio, e ha fondato addirittura il Movimento in Bolivia e lei a un certo punto nel pieno della sua attività nella quale trascinava anche altri e altre, si è accorta di avere una malattia, per cui ha dovuto rallentare la sua attività finché è venuta a Roma e qui progressivamente ha assistito alla riduzione di tutte le sue forze finché a un certo punto non poteva più fare niente ecco… e allora ha detto: ”ma Dio non vuole più le mie attività, Dio vuole me”.
Ecco una frase che è molto importante che tutti ricordino, perché può capitare a tutti di avere una vita sempre meno attiva e comunque…
Anche per quelli che fino all’ultimo sono nell’attività piena, anche per loro fa bene che quello che Dio vuole: siamo noi! non è le opere che noi facciamo, le opere che noi facciamo le può far fare ad un altro Dio, ma è noi, perché Dio ama noi.
E’ sempre bello ed edificante leggere Maras!