11 – Meditazione sulle letture: “Noi abbiamo il pensiero di Cristo”

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Santuario Maria Theotokos (Loppiano)

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PREMESSA

Quella che segue è una trascrizione da una meditazione di Maras sulle Letture del giorno. Si tratta quindi di una trascrizione di un parlato che espressamente non abbiamo voluto cambiare per rispetto dell’autore ben sapendo che al lettore richiederà un supplemento di attenzione. Maras in queste conversazioni, partiva dalle letture del giorno e le commentava direttamente senza nessun altro supporto se non le Letture e l’attenzione di chi ascoltava.

11 – Commento alle letture: “Noi abbiamo il pensiero di Cristo”

“Fratelli, lo Spirito scruta ogni cosa, anche le profondità di Dio. Chi conosce i segreti dell’uomo se non lo spirito dell’uomo che è in lui? Così anche i segreti di Dio nessuno li ha mai potuti conoscere se non lo Spirito di Dio. Ora, noi non abbiamo ricevuto lo spirito del mondo, ma lo Spirito di Dio per conoscere tutto ciò che Dio ci ha donato. Di queste cose noi parliamo, non con un linguaggio suggerito dalla sapienza umana, ma insegnato dallo Spirito, esprimendo cose spirituali in termini spirituali. L’uomo naturale però non comprende le cose dello Spirito di Dio; esse sono follia per lui, e non è capace di intenderle, perché se ne può giudicare solo per mezzo dello Spirito. L’uomo spirituale invece giudica ogni cosa, senza poter essere giudicato da nessuno. Chi infatti ha conosciuto il pensiero del Signore in modo da poterlo dirigere? Ora, noi abbiamo il pensiero di Cristo”. (1 Cor. 2, 10-16)

Paolo distingue molto chiaramente ciò che è lo Spirito di Dio e lo spirito del mondo; non del mondo in senso cattivo, del mondo in senso buono, cioè, l’uomo naturale, con la sua possibilità di conoscere naturalmente, con la sua intelligenza, la sua sensibilità, con le capacità naturali che ha, con i talenti e quindi capace di fare un ragionamento, di ordinare una vita, una situazione, di trovare rapporti con altri, rapporti per vivere in società e per costruire una società umana. Tutta questa cosa qui, che è spirito del mondo buono, Paolo dice che impedisce di capire lo Spirito di Dio. O meglio, a queste persone che hanno lo spirito del mondo sembra una pazzia lo Spirito di Dio. Ed è per questo, dice Paolo, che chi ha lo Spirito di Dio conosce veramente le cose e le giudica anche , cioè le può valutare, le può pesare meglio di quelli che hanno lo spirito del mondo; le stesse cose del mondo le conosce meglio chi ha lo Spirito di Dio perché conosce il loro valore, piuttosto che uno che ha lo spirito del mondo, che crede solo in queste, che non ha la luce propria.

Santuario Maria Theotokos Loppiano)

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L’uomo solo naturale non è mai esistito

Ecco, ora dice Paolo: “Noi abbiamo il pensiero di Cristo” che conosce quindi tutto, perché Cristo è Dio che conosce tutta la profondità di Dio, tutte le profondità di Dio, tutto il mistero: il mistero che resta mistero, però è conoscibile; resta mistero nel senso che è infinito Dio, però chi ha lo spirito di Dio può penetrarlo, anche se non lo esaurisce, cioè se non lo conosce pienamente tutto, perché nessuno può conoscere tutto Dio, però conosce quella parte di Dio che lui, che ognuno può capire, contenere e quindi può anche dire che per lui il mistero non è buio, non è tenebra. Ecco, questa conoscenza è possibile all’uomo spirituale, cioè all’uomo che si sforza continuamente di non avere solo lo spirito del mondo, quindi che non si sforza soltanto di essere onesto, buono, puntuale, obbediente alle leggi, come Fanno le persone buone di questo mondo, ma che vuole avere lo spirito di Dio, anche se aver lo spirito di Dio qualche volta lo metterà fuori da queste categorie che per il mondo sono sacre: la parola data, l’essere galantuomini, essere obbedienti ai genitori, tutte queste cose contro le quali anche il mondo a volte si rivolta, ma non sempre è questo. Mentre chi ha lo spirito di Dio vede le cose in una dimensione più profonda e quindi vede che non è possibile vivere solo come animali ragionevoli; l’uomo non è solo un animale ragionevole. Quindi non esiste l’uomo allo stato di natura, perché l’uomo naturale ha come destino il Paradiso o l’inferno, cioè come destino il regno dei Cieli o il regno delle tenebre, che non è umano. Ora, se l’uomo deve arrivare in un altro mondo, vuol dire che l’uomo solo naturale non è mai esistito; è sempre esistito l’uomo figlio di Dio.

Quindi Adamo quando è stato creato è stato creato con le possibilità di vedere Dio. Quindi non era un diritto della sola natura, era una grazia che lui aveva, della quale però la natura era capace; la natura di Adamo e dell’uomo è capace di questa grazia di vedere Dio e quindi se ce l’ha questa grazia vede Dio, se non ce l’ha gli manca qualcosa. Quindi non esiste un uomo perfetto a livello naturale, perché la natura dell’uomo è soprannaturale, il soprannaturale.

Se conosciamo Dio conosciamo anche l’uomo, ma se conosciamo solo l’uomo non conosciamo Dio.

Questa è una cosa che abbiamo detto altre volte, non è tanto oggetto di meditazione quanto di chiarimento, di idee, perché tante volte, specialmente quelli che hanno rotto con la tradizione o quelli che si sono ispirati ad una tradizione umanistica mettono talmente in luce l’umano che sembra che l’ideale sia essere un uomo, mentre invece l’ideale dell’uomo è essere Dio. E questo cambia tutto, perché se l’ideale dell’uomo è essere Dio, vuol dire che non esiste l’uomo senza Dio; e che se un uomo vuol fare senza Dio non è più uomo, non c’è più, è un sotto uomo, un minorato, un diminuito, una persona che gli manca qualche cosa. Ecco, allora l’uomo è fatto per conoscere Dio e per amarlo come ci insegna il catechismo e per servirlo in questa vita per poi goderlo nell’altra.

Infatti conoscere vuol dire amare, perché uno non conosce se non ama. E conoscere, quindi, tutta la profondità di Dio, tutto l’amore di Dio, tutto il Rapporto trinitario, tutto il disegno di Dio nascosto da secoli e rivelato attraverso la Chiesa. L’uomo è fatto per queste cose che lo impegnano completamente. Ecco perché se un cristiano è veramente cristiano non ha tempo per fare tante cose meno importanti; non ha tempo per divertirsi nel senso distrarsi, non ha tempo di annoiarsi, per esempio, perché è continuamente assorbito nella ricerca di queste conoscenze che gli prende la mente, il cuore, la volontà, il sentimento, tutto, tutto gli prende. Proprio perché l’uomo non può mai essere contento, mentre se fosse possibile una conoscenza solo umana, l’uomo ad un certo punto arriverebbe ad avere tutta la conoscenza che gli è permessa. Invece l’uomo deve arrivare a conoscere Dio e quindi non può, non può mai fermarsi, non può mai accontentarsi, non può mai annoiarsi. Allora, se conosce, se tende sempre a conoscere Dio più che l’uomo e questo si capisce anche nella storia dell’Ideale, l’importanza di quella frase “non conosco uomo” che le prime focolarine nei primi tempi hanno vissuto. Poi per tanti anni non se ne è più parlato, però si è messo in pratica. Ma importante non è conoscere l’uomo per conoscere Dio, perché se conosciamo Dio conosciamo anche l’uomo, ma se conosciamo solo l’uomo non conosciamo Dio.

Santuario Maria Theotokos, vista laterale

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E questo vale per l’uomo e per le creazioni dell’uomo: tutta l’arte, tutta la scienza, tutte le invenzioni. Che importa proprio all’uomo di conoscere tutto, se poi perde l’anima. Perde l’anima vuol dire se non conosce l’unica cosa importante che è conoscere il mistero di Dio. Per conoscere il mistero di Dio bisogna avere lo S.S., lo spirito di Dio. E quindi avere lo spirito di Dio vuol dire non avere altro spirito: lo spirito umano, lo spirito del mondo, lo spirito della carne, lo spirito di corpo, di gruppo, lo spirito razzistico, tutti questi modi di sentire non sono lo spirito di Dio e quindi se abbiamo questi spiriti noi non abbiamo lo spirito di Dio. Perché non si può servire a due padroni, non si può servire a Dio e mammona: o si serve Dio e non mammona. Quindi non vogliamo avere lo spirito di corpo, lo spirito di gruppo, lo spirito…ecc. Oppure vogliamo avere questi spiriti e non abbiamo lo spirito di Dio. Ora, San Paolo conclude questo pezzo della lettera dicendo: “Noi abbiamo il pensiero di Cristo…”, noi dobbiamo avere il pensiero di Cristo perché siamo Cristo, noi siamo membra di Cristo, il corpo di Cristo. Quindi noi dobbiamo pensare come pensa il nostro Capo, la nostra testa: noi siamo le membra di una testa che è Cristo, quindi abbiamo il pensiero di Cristo. Ripeto: il pensiero di Cristo è quello di Dio.

Dobbiamo fare le cose con lo spirito di Dio

Continuamente il cristiano che è così impegnato nella ricerca e nella conoscenza di Dio e che, quindi, non ha tempo per fare altre cose è tentato però di occuparsi di altre cose, perché anche dobbiamo fare tante cose. Però dobbiamo farle con lo spirito di Dio. Gesù, essendo Dio, ha anche fatto le cose di questa terra, ha anche lavorato, ha anche mangiato, ha anche riposato, ha anche predicato, ha anche organizzato la Chiesa, ha parlato, ha fatto tante cose, ma con lo spirito di Dio. E quindi è stato scambiato per una persona, a volte, che non rispettava la legge, che non rispettava il Sabato, che i suoi discepoli mangiavano senza lavarsi le mani. Perché Lui vedeva più in là di quello che gli altri vedevano e lui capiva che amare Dio non vuole dire lavarsi le mani, vuol dire lavarsi l’anima. E come espressione del lavaggio dell’anima, di purificarsi l’anima uno si lava anche le mani. Perché poi, per il resto, il lavarsi le mani non conta niente, non è che Gesù è venuto a dare delle regole di igiene. Allora tutte le volte che noi non capiamo le cose di Dio, vuol dire che non abbiamo il suo Spirito e tutte le volte che non le capiamo e quando capiamo invece, molto bene, le cose naturali, al punto che diventano un idolo per noi. E questo lo sentiamo benissimo dentro di noi. Quando noi leggiamo nella Bibbia che il popolo eletto si fabbricò un vitello d’oro e poi lo adorò, ci sembra una cosa molto strana. Ma come? Hanno avuto la legge di Dio, attraverso Mosè e poi hanno fatto un vitello d’oro e l’hanno adorato? Però noi facciamo la stessa cosa quando non abbiamo lo spirito di Dio. Adoriamo una cosa fatta da noi: un’idea nostra, uno schema nostro, un modo di fare nostro, un’opera d’arte che ci piace perché l’abbiamo fatta noi, non perché è bella, ma perché l’abbiamo fatta noi.

Gesù in mezzo è avere il pensiero di Cristo

Io ricordo che, quando studiavo in medicina, che ogni professore faceva lui una classificazione, cioè un modo di ordinare le malattie secondo un suo sistema, che era poi quello che pretendeva agli esami, perché era suo, non perché fosse giusto o migliore degli altri, ma perché era suo. Quindi è una idolatria dire una cosa che noi abbiamo fatto. Questo non è avere lo spirito di Dio. Invece avere lo spirito di Cristo esige di spostare sempre tutto ciò che è nostro, per fare entrare in noi un altro che è Gesù, ma attraverso una persona o più persone o un gruppo di persone che mettono Gesù in mezzo. Per mettere Gesù in mezzo bisogna spostare tutto e lasciare entrare il pensiero di un altro o degli altri.
Alla fine c’è una perdita da parte di tutti, tutti perdono, tutti donano, tutti accettano e alla fine viene fuori un qualcosa che è il pensiero di Cristo. Io non so come fanno quelli che non hanno Gesù in mezzo ad avere il pensiero di Cristo se non essendo tanto tanto bravi; se sono veramente tanto bravi, dopo anni di ascetica, come hanno fatto i Santi, di purificazione con tante penitenze, possono riuscire ad avere il pensiero di Cristo. Avere il pensiero di Cristo non vuol dire soltanto vivere i Comandamenti; questa è la base, ma non si può dire che uno che vive solo i Comandamenti è Cristo e quindi ha il pensiero di Cristo. Bisogna viverli per tanti anni in tutte le sfumature della giornata e tutti i momenti della giornata. E siccome in tanti momenti della giornata ci sono delle azioni che non sono contemplate dai Comandamenti, uno può anche risolvere umanamente quelle situazioni lì. Per mettere un chiodo, per guidare una macchina, ad esempio, il Vangelo non mi dice niente e quindi io mi arrangio con i miei mezzi. Invece con Gesù in mezzo noi arriviamo a sapere anche come si guida una macchina e come si pianta un chiodo e abbiamo il pensiero di Cristo anche se non siamo santi, anche se siamo all’inizio di una via spirituale.

Però è vero quello che diceva Chiara, che noi cominciamo sulla cima della montagna e poi continuiamo ad andare avanti sulla cresta della montagna, non salendo perché siamo già al massimo, perché abbiamo già Dio come Ideale che è fra noi, vita.
Quindi la nostra vita è Cristo, perché Dio incarnato è Cristo: Dio in un uomo o in più uomini è Gesù. Quindi, noi con Lui pensiamo come Lui pensa, amiamo come Lui ama, conosciamo come Lui conosce. E quindi una Grazia grandissima della quale dovremmo sempre ringraziare Dio.

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About Luca Tamburelli

Sposato e padre di fue figli, vivo in Francia, a Annonay, presso Lione. Sono amico di Maras e di moltissimi suoi amici.