Lettera con una poesia per Aurelio di papa’ Leo Lagorio a Maras e a tutti di Loppiano

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Con una lettera da Loppiano del 30/7/68 così scriveva Maras:

Carissimi, il papà di Aurelio mi ha mandato la lettera che vi accludo che, oltre a far contenta Chiara e tutti noi per il progresso spirituale della sua anima, porta anche un messaggio per tutte le Mariapoli. …

Di seguito ecco la bellissima lettera indirizzata a Maras e a tutti gli amici di Aurelio che Leo Lagorio, appena tre mesi dopo la partenza per il Cielo del figlio che porta la data del 27 luglio 1968, ha inviata da Genova. Il linguaggio ora un pò in disuso, esprime una grande sensibilità d’animo e la trasformazione effettuata in così poco tempo dopo la morte dell’amatissimo Aurelio. Il papà in quel tempo era già molto ammalato.

A tutti i carissimi amici di Aurelio:

Centoventi giorni or sono la mente di Aurelio si fermò e l’indomani la sua vita si spense su questa terra per riaccendersi in Cielo. Il suo spirito, liberato dai vincoli terreni e arricchito della Grazia Divina, spaziò fra il Cielo e la terra e da quell’istante è presente in ogni ambito d’Amore che Egli sente vibrare per lui.

Mille volte ha tentato la mia mente di aprire un colloquio con la sua anima, e mille volte questa fu sola a parlare. Confuso e sconsolato, chiesi aiuto alla Desolata e mi rassegnai a non parlare, né pensare… Quando sentii ancora alitare la sua anima accanto a me, fissai lo sguardo nella croce e attesi. Fu allora che per un palpito intuitivo intesi ciò che Aurelio mi andava rivelando. Nessuna parola, nessuno scritto riuscirebbe ad esprimerlo. Esso rimane, come purissimo gaudio, nella profondità del mio essere. Ma voglio dirvi che ciò è come la gioia che uno esperimenta, ricercando Aurelio nella perfetta semplicità dell’insegnamento che ci dette in vita.

Non so dirvi di più, miei carissimi, anche perché è troppo grande la mia ignoranza, troppo poca la mia fede, ancora pesante il fardello del mio egoismo, eccetera, eccetera…

Fra poco avranno inizio le numerose Mariapoli e vi immagino tutti, accesi di sacro amore, lodando e adorando la dolcissima Madre comune.

Io sarò fra voi col più affettuoso trasporto del cuore e con la ferma speranza di incontravi tutti a Loppiano in settembre. Perché è lì dove m’incontrerò di nuovo con Aurelio, giacchè il Signore vuole che egli vi continui a dare il suo contributo nella realizzazione dei Suoi divini disegni.

Un particolare affettuoso saluto a Maras e tanti e tanti a voi tutti dal vostro

                                                                                                                     in Gesù, Leo Lagorio

 Alla lettera il papà di Aurelio aveva allegato anche questa sua poesia dedicata al figlio del 27/4/68.

AURELIO

Leone Lagorio papà di Aurelio

Leone Lagorio papà di Aurelio

Eri ancora in Cielo

Quando udisti il nostro richiamo

E t’innamorasti di mamma e di me.

Voci di giubilo

Si fusero col nostro grido di gioia

Allorché scendesti nel suo grembo;

poi, presto, lei ed io esultammo

di nuovo, trepidi, al grido di dolore

che uscì da te per non esser più in Cielo.

Poco dopo sbocciò il tuo primo sorriso,

quando in nome del Padre ti segnarono

con la Croce di Cristo.

Mai più si spense quel sorriso,

neppure quando piangevamo

nel timore di perderti

e quando infine ci avvolsero le tenebre

e i cuori sanguinarono,

perché eri partito …sorridente.

Ma tu avesti misericordia di noi.

Dal Cielo, in festa per il tuo glorioso ritorno,

scese allora nelle nostre anime,

sulle ali dello Spirito Santo

la carezza della divina consolazione.

Mamma Paola con il piccolo Aurelio

Mamma Paola con il piccolo Aurelio

Ti immaginammo fra gli angeli,

adorando la Mamma Celeste,

nel fulgore della immensa maestà del Signore.

E la tua felicità dissipò

Le tenebre dell’anima nostra.

         Oh, anima mia,

io loderò il Signore in memoria di te

fino all’attimo della mia resa umana;

loderò il Signore per il divino dono

che ci fece di te su questa terra

e per averti ripreso

quando ventenne eri già santo;

io loderò il Signore finché:

le gambe mi porteranno ai piedi del Suo altare,

presso il letto dell’inferno,

fra i peccatori condannati,

nei giardini colmi di fiori

e popolati di bimbi…

finché:

Le braccia potranno risollevare il caduto,

le mani offrir doni,

la bocca narrare la Sua Verità.

diffondere la Sua Parola d’amore,

patire insieme al fratello…

Io loderò il Signore

Finché:

cuore e mente potranno soffrire

per colui che Lo ignora,

gioire con chi Lo ha ritrovato…

e quando, AURELIO,

gli occhi ormai privi di lacrime,

immobili, rivolti lassù.

Si spengeranno al tuo sguardo pieno d’amore

E dell’immenso splendore di Dio.

 

            Il papà di Aurelio

 

 

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About Luca Tamburelli

Sposato e padre di fue figli, vivo in Francia, a Annonay, presso Lione. Sono amico di Maras e di moltissimi suoi amici.