“Concordiamo poter offrire alla Mamma Celeste per la Sua corona simile splendido gioiello.”
Riportiamo di seguito il telegramma che Chiara ha inviato il 29-3-1968 ai vari focolari nel mondo per annunciare la “partenza” per la Mariapoli Celeste di Aurelio Lagorio. (Scarica il telegramma).
Aurelio è e resterà il vero frutto di Loppiano
Dal Diario di Chiara:
29 marzo 1968
Aurelio è morto. Eppure da ieri ad una certa ora questa notizia mi suona nell’anima dolce come un piccolo saggio d’unione con Dio.
…
Il suo sorriso così noto che tutti ricordano, perché radicato nel più profondo del suo spirito (aveva vissuto da perfetto focolarino), tanto che anche per coloro che non conoscevano il nome di Aurelio manifestava la sua umano-divina personalità unica, perché solo sua, rimaneva lì nel mio animo fisso, immutabile, eterno a contemplare ora l’Eterno.
Ho avuto l’impressione (può esser solo tale) che Dio abbia voluto darmi il segno che desideravo e forse nessuno è migliore e più autentico ed efficace per me di questo, se per me Aurelio è quello di prima, anche se con vita mutata certamente, ma che a me non sembra nemmeno tale perché è vivo come prima e non ho per lui preoccupazione alcuna se non quella di rimanergli unita in Gesù come prima e la preoccupazione di sfruttarlo giacché ora molto può.
Aurelio è e resterà il vero frutto di Loppiano. Le sue lettere dicono l’ascesa spirituale di quasi tre anni di vita di focolare.
E Dio lo colse e lo seminò proprio a Loppiano. E nulla è a caso perché Loppiano – la città dei giovani focolarini – non poteva aver monumento più indicato.
Un altro particolare mi pare di dover notare: ho saputo d’una sua lettera iniziata, trovata nel suo portafoglio. Essa dice:
“Carissima Chiara, stasera, siccome sapevamo che partivi per Roma volevamo farti un dono; abbiamo cercato qualcosa in focolare, nei nostri cassetti, qualcosa di nostro, e ci siamo accorti che non avevamo niente. Ma, guardandoci in faccia, abbiamo capito! Avevamo noi stessi, la nostra vita da darti.
Ci siamo detti che Dio quel che più desidera è che Gli offriamo tutti noi stessi, non solo le nostre gioie, ma soprattutto le nostre piccolezze, le nostre debolezze. Ci è sembrato di capire che attraverso di te questo dono poteva arrivare più in fretta in Cielo…” e fu così. Mentre era in attesa di passare all’altra vita, egli non ne sapeva nulla. Io però sentivo di dover fare la sua parte e offrivo a Dio la vita di questo focolarino al suo posto secondo le intenzioni che tutti sappiamo.
Dicono che la morte rivela un’esistenza. Ebbene, se è così, per me Aurelio è un santo.
Non per nulla voglio che si scriva di lui una biografia.
…della scia di bene senza fine che lui ha fatto.
Dal Diario di Chiara. 27 giugno 1968
[…] Mi arrivano moltissime lettere che mi parlano d’Aurelio o meglio della scia di bene senza fine che lui ha fatto.
Oggi m’è parso di capire il perché di tanta soprannaturale influenza.
Non furono i grandi programmi che lo fecero grande, né le grandi imprese, né le azioni vistose, nemmeno le parole di sapienza che pur aveva. No. Aurelio ha saputo rendere grande il più piccolo atto della sua vita perché, fatto con amore, per amore, essendo amore, l’ha dilatato senza misura dandogli la potenza, l’influenza del divino.
Di lui forse si può proprio dire che non era lui a vivere ma Cristo in lui.
…il Signore ha dei gusti sopraffini e si sceglie i migliori.
Loppiano, 27 aprile 1968
Chiara alle scuole di Loppiano
…
La prima cosa che vorrei dire, che è impossibile non dirla, è ricordare che l’ultima volta che io sono stata qui c’era un cittadino in più: Aurelio. E che, come oggi, è successo l’incidente un mese fa ed è partito per una zona splendida la più bella zona del nostro Movimento: la Mariapoli celeste.
E’ inutile che io parli d’Aurelio dovrei impiegarci penso una settimana per poter dire quello che penso di questo angelo che è andato in Paradiso, anche perché stiamo raccogliendo da tutto il mondo testimonianze così sublimi così uniche che ci siamo accorti veramente che il Signore ha dei gusti sopraffini e si sceglie i migliori.
…
stiamo raccogliendo testimonianze che denotano in Aurelio una maturità di gran lunga superiore non solo alla sua età fisica ma anche alla sua età spirituale. Secondo il mio modesto modo di vedere, lui era già in una via mistica perché dalle sue esperienze spirituali si nota già una certa passività della sua anima sotto l’influenza dell’ispirazione di Dio. E io spero che adesso raccogliamo questi documenti per poter farne un libro e spero che, non sia lontano il giorno in cui forse, se Dio lo vuole anche la Chiesa riconosca la sua santità.